30 Gennaio 2025, di Anna Fabi
Il Governo sta valutando un intervento per correggere le penalizzazioni subite dai lavoratori con retribuzioni lorde comprese tra 8.500 e 9.000 euro, derivanti dalle recenti modifiche al cuneo fiscale introdotte nella Legge di Bilancio 2025.
Secondo quanto dichiarato dalla sottosegretaria all’Economia, Lucia Albano, l’esecutivo sta considerando un’estensione del trattamento integrativo a questa fascia di reddito, per evitare effetti distorsivi sulle buste paga di una platea specifica di lavoratori.
Taglio cuneo fiscale: penalizzazione per redditi molto bassi
La riduzione del cuneo fiscale, introdotta per il 2024 con il decreto-legge 29 dicembre 2023, n. 216, ha previsto uno sgravio contributivo del 6% per i redditi fino a 35.000 euro e del 7% per quelli fino a 25.000 euro.
Questo intervento ha aumentato l’imponibile IRPEF per alcuni lavoratori, facendoli rientrare in una fascia di reddito superiore e compromettendo così l’accesso al trattamento integrativo da 1.200 euro annui previsto dall’articolo 1 del decreto-legge 3 febbraio 2020, n. 3 (l’ex Bonus Renzi).
Di conseguenza, mentre la riduzione contributiva ha portato a un aumento della retribuzione lorda, ha anche fatto perdere il diritto al bonus, determinando in alcuni casi una riduzione del reddito netto.
Il problema riguarda una platea ristretta di lavoratori, ossia coloro i quali hanno retribuzioni vicine alla soglia minima di tassazione IRPEF.
L’ipotesi di correzione del Governo
L’esecutivo sta esaminando la possibilità di una correzione mirata per evitare che alcuni lavoratori, pur beneficiando della riduzione dei contributi previdenziali, subiscano un impatto negativo sulla retribuzione netta a causa dell’erosione del trattamento integrativo.
Tra le ipotesi al vaglio, vi è un’estensione selettiva del trattamento integrativo per i lavoratori con redditi compresi tra 8.500 e 9.000 euro, al fine di garantire loro un vantaggio fiscale analogo a quello percepito nel 2024.
Secondo fonti del Ministero dell’Economia, la platea di lavoratori coinvolta è limitata e soggetta a variazioni annuali in base alle fluttuazioni del mercato del lavoro e agli effetti delle politiche retributive aziendali.
Se confermata, l’estensione del trattamento integrativo avrebbe un impatto positivo sui lavoratori a basso reddito, garantendo un miglioramento della loro retribuzione netta e contribuendo a ridurre le disuguaglianze fiscali.
Tuttavia, resta da chiarire il meccanismo di finanziamento della misura e la sua compatibilità con i vincoli di bilancio. L’obiettivo è di individuare una soluzione che eviti interventi strutturali per fenomeni temporanei e che garantisca equità nella distribuzione dei benefici fiscali.
La decisione finale sull’estensione del trattamento integrativo sarà presa nelle prossime settimane, nell’ambito di un confronto tra il Ministero dell’Economia e le parti sociali. L’eventuale modifica potrebbe essere inserita in un provvedimento correttivo della Legge di Bilancio o in un decreto ad hoc per evitare che il problema si ripresenti nei prossimi anni.